Palazzina di Caccia di Stupinigi

Ritratto di Cristina Polissena d'Assia-Rheinfels con i figli

Dati tecnici

N° InventarioSTU1058
OggettoDIPINTO
AutoreAttribuito a Maria Giovanna Battista Clementi detta la Clementina
Materia e Tecnicatela/ pittura a olio
MisureA 160 cm, La 112 cm
MostreVenaria Reale 2007, La Reggia di Venaria e i Savoia (n. 12.1)

Notizie Storico Critiche

Il ritratto della futura regina Polissena potrrebbe collocarsi entro il 1728, prima cioè della nascita di Maria Luisa Gabriella, non effigiata nel dipinto, terzogenita dell'erede al trono e della principessa tedesca. L'opera compare già nell'inventario del 1780 di Stupinigi nella medesima sistemazione attuale, all'interno di un alto trumeau con cornice dorata e specchio. In anni di governo francese il ritratto fu sostituito con una natura morta (inventario del 1811, art. 207) e poi ripristinato in loco successivamente. Il dipinto è stato finora ritenuto opera di Martin van Meytens, attribuzione già avanzata in occasione della “Mostra del Barocco piemontese” (Grandi 1963, p. 7), e ripetuta dalla critica seguente, anche sulla base della coincidenza di date tra l'esecuzione dell'opera e il soggiorno torinese del pittore svedese, avvenuto proprio tra il 1728-1729 (Museo dell'arredamento 1966; Mallé 1968; Mossetti 1987; Viaggio in Italia 2001, p. 154). Grazie alla possibilità di confronti finalmente ravvicinati con i dipinti di Meytens firmati, qui esposti, è stato possibile rilevare però la diversità del ductus pittorico dei due ritrattisti, più volte messi in relazione dalla critica a proposito di un supposto alunnato della Clementina presso Meytens, già negli anni del soggiorno romano e ripetuto poi presso la corte sabauda (Baudi di Vesme 1963-1982, 1, 1963, p. 327). Sebbene sia da confrontare con Meytens per le soluzioni di impostazione dei ritratti, la pittrice dimostra nelle sue opere un debito verso gli esiti del marattismo, appresi evidentemente a Roma e riscontrabili nella straordinaria resa smaltata degli incarnati unita alla minuziosa descrizione in punta di pennello dei particolari dei volti e degli abiti, arricchiti da minimi tocchi materici per la realizzazione degli clementi preziosi. Tali caratteri si riscontrano, ad esempio, nell'estrema definizione della pelliccia che guarnisce il manto di Polissena o nel raffinato tratteggio delle ciglia bianche. Analoghe caratteristiche pittoriche si trovano anche nel ritratto da giovane del Vitorio Amedeo Il con sullo sfondo la battaglia di Torino del castello di Racconigi e nel ritratto equestre di Carlo Emanuele III proveniente dal Palazzo della Giunta Regionale. Ancora più evidente è la consonanza stilistica con il ritratto del principe Costantino d'Assia, personaggio presente presso la corte sabauda tra il 1732 e il 1736, al seguito della sorella Polissena, divenuta ormai regina. Il dipinto, nel quale si ripete la medesima tecnica caratteristica dei ritratti della Clementina di questi anni, fu eseguito con buona probabilità negli anni di permanenza del principe a Torino, considerando anche l'età dell'effigiato da riconoscere tra i sedici e i vent'anni.

Bibliografia

  • S. De Blasi, Scheda n. 12.1, in in La Reggia di Venaria e i Savoia, cat. mostra a cura di E. Castelnuovo, Torino 2007, p. 211
  • N. Gabrielli, Itinerario, in Museo dell'Arredamento. Stupinigi, a cura di N. Gabrielli, Torino 1966, p. 89
  • L. Mallè, Stupinigi. Un capolavoro del Settecento europeo tra barocchetto e classicismo, Torino 1968, p. 184
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