Palazzina di Caccia di Stupinigi

Ventola con testa di capriolo

Dati tecnici

N° InventarioSTU0785
OggettoVENTOLA
AutoreFilippo Juvarra, Giovanni Carlo Monticelli, Giuseppe Angelo Marocco
Materia e Tecnicalegno/ intaglio/ pittura/ doratura
MisureA 126 cm, La 730 cm, P 43 cm

Notizie Storico Critiche

Nel maggio del 1733 Filippo Juvarra affida allo scultore in legno Giuseppe Angelo Marocco l’esecuzione delle 36 ventole del salone centrale di Stupinigi. Sono gli anni di costruzione e decorazione del corpo centrale della Palazzina sotto la diretta regia dell’architetto messinese di cui sono noti i disegni e «pensieri» riferiti al progetto per il Salone e al motivo predominate della caccia al cervo (in particolare cfr. New York, Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum, inv. 1961-9-1). Seguendo i diversi documenti già editi, è possibile risalire alle modalità esecutive delle appliques che dovevano assolvere alla funzione di principale fonte luminosa del gran salone oltre che di elementi decorativi caratterizzanti. Marocco fu impegnato nell’esecuzione dell’intaglio di tutte le ventole che poi passarono all’indoratore Monticelli. La fase decorativa fu più articolata poiché una ventola, che doveva servire da campione, fu presentata interamente dorata mentre la scelta decorativa finale richiese una soluzione secondo canoni più moderni. Nel corso della storia le ventole cambiarono in parte collocazione, come si registra a partire dagli inventari francesi del 1805 e 1807, fino alla riproposizione della serie nella sua completezza nel salone centrale per l’apertura del Museo dell’Ammobiliamento nel 1926. Le ventole presentano un intaglio raffinato e naturalistico nell’esecuzione dei motivi floreali (perfettamente riconoscibili sono i fiori di anemone, croco, melograno, narciso) e nelle teste di cervo (o capriolo, come indicano i documenti). La ventola "campione" presenta tracce dell’originario strato di foglia d’oro, poi abraso, su cui è stata stesa la gessatura per uniformare la coloritura. Le dorature di questo esemplare sono realizzate su bolo rosso-arancio. Negli altri 35 elementi della serie la doratura a foglia è effettuata a risparmio alternando una campitura con pigmento giallo nelle zone in ombra; lo strato di bolo presente sotto la foglia d’oro si differenzia cromaticamente a seconda della ventola (in tonalità rosso, rosa, arancio, giallo). Tale elemento suggerisce una suddivisione del lavoro di coloritura e doratura tra diverse maestranze, confermata dalla presenza sul verso di segni contraddistintivi e firme, tra le quali emerge quella dell’indoratore e coloritore Domenico Collino che firma due ventole (inv. 197 e inv. 520), apponendo la data 1737, sei riportano la sigla «R. F.», sei il simbolo di un cerchio, quattro una croce e diciotto, tra cui quella in mostra, nessun segno identificativo, probabilmente da ricondurre al nucleo decorato direttamente dalla bottega di Monticelli.

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