Natura morta con pesci e funghi
Dati tecnici
Notizie Storico Critiche
Come documentato nel libro dei conti di Filippo Juvarra, il pittore Giovanni Crivelli, detto il Crivellino, venne incaricato dallo stesso architetto siciliano di eseguire, nel 1733, le tele destinate a coprire gli otto camini del maestoso Salone centrale della Palazzina di caccia di Stupinigi. Questa testimonianza d’archivio è particolarmente preziosa, poiché le notizie sulla vita e sull’attività del pittore sono piuttosto scarse, così come quelle relative al padre Angelo Maria Crivelli, noto come il Crivellone. Da lui Giovanni ereditò non solo la professione, ma anche una spiccata sensibilità per la resa delle nature morte e delle scene di genere ispirate al mondo animale, evidente non soltanto nei paracamini di Stupinigi, ma anche in un gruppo di tele proveniente dal Castello di Moncalieri, entrate a far parte delle collezioni della Palazzina. Tra queste si distingue un insieme di tre dipinti accomunati dalla raffigurazione di nature morte di pesci e crostacei, accostati ad altri elementi naturali come funghi e verdure. La tela in oggetto appartiene a questo gruppo: vi si riconoscono pesci di grandi dimensioni, tra cui un cefalo e una triglia, disposti accanto a un’aragosta e a una serie di conchiglie e funghi porcini sparsi sul terreno. La composizione, impostata su una diagonale ascendente da sinistra a destra, guida lo sguardo verso la profondità del paesaggio marino sullo sfondo, dove si intravedono imbarcazioni all’orizzonte.
Bibliografia
- F. Arisi, Crivellone e Crivellino, Piacenza 2004, p. 469, n. 250 (ill. p. 620)







