Ritratto di Madame Sophie di Francia
Dati tecnici
Notizie Storico Critiche
Jean-Étienne Liotard fu introdotto alla corte di Versailles da Maurizio di Sassonia, del quale aveva realizzato un ritratto nel 1748. Grazie a questo prestigioso contatto ottenne l’incarico di ritrarre numerosi membri della famiglia reale francese, con l’unica eccezione della regina. Tutte le opere presentano il medesimo formato (circa 63 × 40 cm) e un’impostazione coerente, con il soggetto raffigurato a mezzo busto, privo di mani e talvolta anche di braccia. Questa scelta formale, lontana dalla solennità dei ritratti d’apparato, rivela la destinazione originariamente privata dei pastelli, pensati per l’intimità della corte e per l’entourage reale. Otto di questi ritratti sono oggi conservati presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Le circostanze che li portarono in Italia non sono del tutto chiare ma loro presenza è documentata già alla fine del XVIII secolo presso la corte di Parma e in particolare nell’Appartamento della Duchessa della Reggia di Colorno. È verosimile che siano giunti qui grazie ai legami di parentela tra la corte francese e quella ducale. In particolare, si pensa a Madame Infante, divenuta duchessa di Parma nel 1748 e unica figlia di Luigi XV ad aver lasciato la Francia o al matrimonio, nel 1775, di Maria Clotilde di Borbone, sorella di Luigi XVI, con Carlo Emanuele IV di Savoia, re di Sardegna. Con l’unificazione d’Italia, tra il 1862 e il 1868, gli arredi del Palazzo Ducale furono smantellati e distribuiti nelle diverse residenze sabaude. I pastelli furono quindi riuniti nel 1861 nel Palazzo Ducale di Parma, poi trasferiti al Castello di Moncalieri e infine a Stupinigi nel 1864. A lungo ritenuto un ritratto di Adélaïde, il pastello rappresenta invece la sorella minore Sophie (Versailles, 27 luglio 1734 – Versailles, 2 marzo 1782) effigiata da Liotard al momento del suo rientro dall'abbazia di Fontevrault nell’ottobre del 1750. Madame Sophie vi era stata inviata nel 1738 insieme alle sorelle Victoire e Louise, per ricevere un’educazione lontano dalla vita di corte. L’artista la rappresenta a mezzo busto, senza mani, di tre quarti verso sinistra, con la testa leggermente ruotata e lo sguardo rivolto allo spettatore. Indossa un abito cerimoniale in pizzo grigio e rosa, con ampio scollo bordato di pizzo bianco e maniche a balze arricchite da una cascata di merletti. Un mantello blu, foderato e bordato di ermellino, è drappeggiato sulla spalla destra, conferendo solennità alla figura. L’acconciatura grigio argentea è composta da morbide ciocche posticce che ricadono sulle spalle nude, secondo la moda del tempo. A completare l’ornamento, una piccola decorazione di fiori e un nastro di velluto nero disposti sulla sommità del capo.
Bibliografia
- M. Roethlisberger, R. Loche, Liotard. Catalogue, sources et correspondance, Antwerpen 2008, vol. I, pp. 386-387, n. 178; vol. II, fig. 286.
- N. Jeffares, Dictionary of Pastellists before 1800 (edizione online)







