Tavolo da muro
Dati tecnici
Notizie Storico Critiche
L’opera fa parte di una serie di due commissionate a Giuseppe Maria Bonzanigo nel 1787 in occasione dei lavori avviati dal 1785 per l’ampliamento della Palazzina di Stupinigi con l’allestimento dei piani ammezzati per il duca del Genevese e il conte di Moriana e per il riammodernamento delle sale del corpo centrale. Nel 1787 a Bonzanigo vengono saldati in due tranches (aprile e luglio), per £ 1200, i due tavoli da parete realizzati per la camera da parata del re, attuale anticamera dell’Appartamento della regina, dove tuttora sono conservati: per il “prezzo convenuto, previo gradimento di S.M. delle due Tavole alla foggia grecca, tutte ornati di foglie, corone d’alloro, Medaglioni, cascate di fiori, cariatidi di bassi rilievi, e similianti altri ornati d’intaglio destinati per la camera di parata della M. S.”. Nel mese di giugno è saldata a Bartolomeo e Nicola Monticelli la doratura e coloritura in bianco e azzurro dei due tavoli per un importo complessivo di £ 616. Le due opere, dall’intaglio estremamente raffinato, si inseriscono nell’articolato cantiere diretto dall’architetto Lodovico Bo che, nei numerosi documenti di contabilità, registra la bottega di Bonzanigo artefice dei preziosi intagli “alla greca” e “nello stile di Raffaello” che più volte viene ricordato dai documenti. Gli arredi sono storicizzati nell’attuale sala interamente realizzata negli stessi anni dal Bonzanigo e dalle altre maestranze attive nel cantiere di Stupinigi, dove è registrato anche il minusiere Giovanni Gallinotto, che collabora con Bonzanigo per la creazione della struttura lignea degli arredi conservati nella sala ed è documentato per aver messo in opera un regolo ligneo di raccordo dopo la posa della pietra del piano. Gli inventari registrano i tavoli sempre nella stessa stanza ma ne descrivono un piano differente da quello in marmo rosso venato oggi visibile, riconducibile ai molteplici rifacimenti dei piani in marmo degli arredi della Palazzina, da ultimo quelli documentati nel 1961 e forniti dalla ditta Gastini per i lavori preliminari alla seconda Mostra del barocco, del 1963. Negli inventari della Palazzina, nel 1880, il piano è descritto in “pietra di marmo a macchie di vario colore” e, nel 1908, in “pietra di marmo a mosaico”. Nel 1962 è documentato il restauro della parte lignea di uno dei due tavoli con il rifacimento dell’intaglio di una testina di leone, ad opera del ”Laboratorio del restauro” di Torino mentre l’ultimo restauro, a opera del CCR La Venaria Reale, risale al 2017 ed è stato eseguito in occasione dei lavori per la riapertura dell’Appartamento della regina.
Bibliografia
- R. Antonetto, Il mobile piemontese nel Settecento, Torino 2010, I, pp. 350-351, n. 7







