Diana cacciatrice
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Le due statue in marmo di Carrara, raffiguranti Diana e Orione, sono opere di Giuseppe Bernero, scultore formatosi presso la bottega di Ignazio Collino. A partire dal 1768, Bernero entrò a far parte dell’équipe di artisti chiamati da Vittorio Amedeo III per attuare il vasto programma di rinnovamento decorativo della Palazzina di caccia di Stupinigi. La sua prima commissione documentata per la residenza riguardò le statue di Atalanta e Meleagro destinate all’atrio dell’appartamento del duca di Savoia, a Ponente, cui fece seguito, nel 1771, l’incarico per le statue di Diana e Orione. Come si apprende da una nota conservata presso gli archivi della Fondazione Ordine Mauriziano, le due sculture incontrarono il pieno favore del sovrano, che dispose un supplemento di 200 lire rispetto al compenso inizialmente pattuito. Come ha osservato di Macco (1996), le due statue riflettono le esperienze romane che Bernero aveva maturato pochi anni prima grazie a un sussidio regio, e rivelano una chiara assimilazione di modelli classici: dai panneggi di ascendenza “fidiaca” ai volti e alle acconciature, ripresi dalle sculture delle collezioni capitoline.







